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Intervista con… Pasqualino De Marinis, Responsabile UOS di Neurochirurgia del Basicranio, Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A. Cardarelli”- Napoli

De-Marinis

Dottore, dopo il successo delle passate edizioni, il centro di Biotecnologie dell’ospedale Cardarelli di Napoli ospiterà a febbraio il corso Hands on sugli approcci laterali al basicranio medio posteriore. Cosa prevede il programma, giunto ormai alla sua terza edizione?

“Dopo le prime due edizioni dei “Workshop sul basicranio” dedicate alla fossa cranica anteriore e alla fossa cranica posteriore, quest’anno il Corso sarà focalizzato sugli approcci chirurgici al basicranio medio e posteriore. Il programma ripresenterà il rodato modello didattico che prevede soprattutto esercitazioni pratiche su preparati anatomici (Approccio subtemporale e accesso al seno cavernoso, approccio laterale all’orbita, mastoidectomia, vie transpetrose) che saranno integrate da lezioni frontali e da una sessione video dedicata a casi clinici complessi.”
Come si svolgeranno le esercitazioni pratiche?

“I 12 partecipanti, affiancati da alcuni osservatori, potranno svolgere tutte le procedure su workstation completamente attrezzate (Microscopi, trapani ad alta velocità, testiere, strumentario chirurgico, aspiratori etc.), con la supervisione di un tutor in  ogni fase della procedura, e potendo seguire su schermo “step by step” la tecnica eseguita dal chirurgo master”.

Quale è la “storia” dei Corsi di dissezione in Italia?

“Questo tipo di attività formativa è iniziata circa 20 anni fa a Teramo grazie al prof. Renato Galzio. Negli anni successivi si sono succedute numerose iniziative. Ricordo in particolare a Torino il prof. Alessandro Ducati, a Messina il prof. Francesco Tomasello, a Napoli il prof. Paolo Cappabianca. Sempre a Napoli, presso l’Ospedale Cardarelli, abbiamo iniziato nel 2007 a organizzare Corsi hands-on a cadenza annuale, grazie al fondamentale contributo dei professori Ducati, Cappabianca, Gangemi e di tutti i docenti che, nel corso degli anni, hanno portato la loro esperienza nell’ambito della chirurgia del basicranio. Ciò è stato reso possibile per la presenza, all’interno dell’A.O.R.N. “A. Cardarelli”, del Centro di Biotecnologie che è perfettamente attrezzato, in termini di competenze e strumentario, per svolgere questo tipo di formazione chirurgica. Dal 2014 la Società Italiana di Neurochirurgia (Presidente prof. Roberto Delfini e Segretario prof. Michelangelo Gangemi) ha voluto dare l’opportunità a giovani neurochirurghi italiani di fruire gratuitamente di questi corsi di dissezione, facendosi così carico direttamente di corsi “gemelli” da tenersi a Napoli (coordinati da Michelangelo Gangemi e da me) e a Torino (coordinati da Alessandro Ducati, Michele Naddeo e Francesco Zenga”).L’attuale Consiglio Direttivo della SINCh ha confermato questo impegno organizzativo e didattico. L’indispensabile sostegno economico è stato fornito a Napoli dalla Tekmed e a Torino dalla Neuromed per le prime due edizioni e dalla Integra e dalla Johnson & Johnson per il 2016 a cui va il nostro sentito ringraziamento”.   Quali sono gli scopi e le motivazioni di questa formazione?

“Le odierne tecniche di chirurgia del basicranio hanno reso possibile il management di lesioni cranio-encefaliche in passato considerate non aggredibili. Approcci sempre più “mirati” (che prevedano la minima manipolazione del tessuto cerebrale mediante la realizzazione di “corridoi chirurgici” grazie alla demolizione ossea) consentono il management di gravi patologie con minima morbidità. Tali tecniche richiedono una curva di apprendimento lunga e complessa. L’impiego di preparati anatomici umani offre un sostanziale contributo a questa formazione: non si tratta, infatti, di imparare solo l’anatomia umana normale, ma  anche le sue variazioni, che sono diverse da paziente a paziente, e che condizionano il tipo di approccio nella pratica clinica. Gli interventi realizzati su tali preparati consentono di verificare le varianti anatomiche di aree particolarmente complesse, le vie di approccio e le problematiche chirurgiche.”
Secondo lei c’è ancora una carenza di laboratori dove praticare la dissezione anatomica e approfondire l’anatomia chirurgica? Quali sono i suoi suggerimenti a tal riguardo?
“I Centri sono sicuramente pochi ma il problema principale è rappresentato dal difficile reperimento e dal costo dei preparati anatomici che attualmente vengono importati in Italia. I giovani neurochirurghi sono pertanto ancora troppe volte costretti ad andare all’estero per fare esercitazioni pratiche con un conseguente elevato sacrificio economico. Diventa pertanto importante sensibilizzare l’opinione pubblica (e la SINch si sta attivando in tal senso per una campagna di informazione mirata) al fine di favorire le donazioni del corpo a fini scientifici.”
  Cos’altro si potrebbe fare per offrire maggiori opportunità di formazione? “Vorrei ricordare il ruolo che possono svolgere i moderni simulatori chirurgici nella formazione neurochirurgica: anche in quest’ ambito (e mi riferisco in particolare al Besta NeuroSim Center di Milano) la Neurochirurgia Italiana è all’avanguardia. L’impiego di questi strumenti in continua evoluzione tecnologica, accoppiato all’imprescindibile formazione su preparati anatomici, potrà contribuire alla formazione di giovani neurochirurghi sempre più “addestrati”, garantendo i migliori risultati per i pazienti con patologie neurochirurgiche.”

Dal sito ufficiale di Società Italiana Neurochirurgia

http://www.sinch.it/nuovo/newsletter-sinch-febbraio-2016-n1

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